Conversazioni con scrittori e scienziati
“L’uomo misura delle cose: questo è il nemico, l’unico nemico di Cristo. L’uomo misura delle cose. Talmente misura delle cose che, quanto più spalanca lo sguardo e apre l’orecchio del cuore per sentire che cosa può entrare nella conoscenza della nostra vita – la presenza di questo Spirito, la presenza di questa Presenza impensabile… -, quanto più stiamo attenti a questo, tanto più da tutte le parti la nostra vita, non “si agita” in un senso effettivo, ma “si agita” nel senso del vento quando, nel mare delle onde ferme, arriva, più o meno velocemente, un mare in cui le onde si muovono. Perché mi spiace…perché è troppo infelice l’uomo che crede che il problema sia l’uomo come misura, perché da tutte le parti si è costretti a superare questa ghermita malevolenza”.
Queste parole molto nette e al contempo evocative di Don Giussani pronunciate nell’estate 2004 hanno suggerito ai responsabili della Fondazione CEUR di mettere a tema il problema della ragione, della conoscenza attraverso alcuni incontri culturali svoltisi nei Collegi da essa gestiti nei primi mesi del 2005. Quando gli adulti trasmettono ai giovani la pretesa di una ragione che si concepisce come misura di tutte le cose, tarpano, di fatto, le ali alle loro possibilità di conoscenza.
Tale pretesa, infatti, separa l’atto del conoscere dai desideri originali dell’uomo, che sono infiniti, rendendolo arido, parcellizzato e scettico. Nelle conversazioni che qui presento, invece, tre scienziati, un poeta e uno scrittore documentano dal loro vissuto il significato del termine “ragione”, e l’ esperienza del conoscere come apertura appassionata al reale e ricerca del suo significato.
Questa raccolta di testimonianze appassionate, e punteggiate da domande desiderose di scoprire nuove terre, segnala che nella desolazione lasciata da chi ha rinunciato ad educare (nell’università come nella società tutta) esistono ancora persone e comunità “da” e “in” cui la vita morale può essere sostenuta.»